La Paura del mostro

"È vero, sono adorabile. E anche molto carino. Un amore di cucciolo."

Recensione

Non so se avete mai letto “Sentinella”, un racconto di fantascienza del 1954 scritto da Fredric Brown, che per la prima volta capovolge l’idea che il cattivo, l’alieno, l’invasore o come lo si voglia chiamare altro non sia che il terrestre. Il protagonista con cui ci si identifica fino allo svelamento finale non riesce ad abituarsi a quelle “creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, la pelle d’un bianco nauseante, e senza squame”.

Beh, che sia una creatura orribile e paurosa lo pensa anche il piccolo protagonista di “La paura del mostro” un racconto di Mario Ramos, uscito quest’anno per Babalibri, che affronta uno dei temi più classici dell’infanzia con – appunto – un ribaltamento della scena che fa subito divertire gli adulti. Il piccolo protagonista si chiama Taddeo e, come tutti, per la sua mamma è “proprio adorabile”. Come tutti, la sera con la mamma si prepara a dormire con i soliti rituali del bagnetto-lavaggio denti-lettura libro. E come tanti, se non tutti, quando si spengono le luci… ha paura dei mostri!

In particolare di quello biondo e pestifero che lo disturba tutte le sere pizzicandolo e picchiandolo con il cuscino: e che scopriamo essere nient’altro che una bambina, una piccola umana! Eh sì, perché in questo cambio di prospettiva su cui si regge il libro a noi è lui, il protagonista, che nonostante il musetto simpatico, così verde e diverso, che ci sembra un po’ mostro. Ma i mostri sono quelli creati dall’immaginario comune? O serve qualcosa in più dell’aspetto per definirli?

E i bambini, quanto ci mettono a capire il gioco delle parti che l’autore simpaticamente mette in scena? Il mio, lo ammetto, un attimo di troppo forse - ma ha 3 anni e leggerglielo val comunque la pena.

Manuela Capelli