Stop!

Nostalgico, avvincente e ben costruito.

Recensione

Nostalgico, avvincente e ben costruito. Così mi è parso questa nuova graphic novel targata Il Castoro. Una storia che si fa notare non solo per il plot lineare e narrativo (quanto un romanzo verista), ma anche per una serie di personaggi dinamici, che potranno essere di interesse per un target piuttosto esteso. Infatti, il riferimento più 10 può, a mio avviso, arrivare a carpire l’attenzione di chi ha vissuto quei primi anni ’90, qui narrati tra i molti riferimenti accurati… ma: Stop! Facciamo ordine.

Cloud e Buck sono due adolescenti accomunati da una passione per i videogiochi. Durante quel magico periodo posto tra Commodore e Amiga i due decidono di coinvolgere Olly, Tistar, Vito e Lalli per inseguire un sogno (im)possibile: creare un videogame. Sarà così che, tra programmazione, pixel e idee, il gruppo di ragazzi cercherà di portare a termine l’incredibile progetto, trascorrendo interi pomeriggi nel tentativo di raggiungere l'obiettivo. Così, livello dopo livello, il lettore (piccolo e grande, poco impora…) si ritroverà catapultato negli anni delle sale giochi, dei 16 bit e di quella mitologica Sampdoria più volte citata dalla narrazione.

La struttura espositiva, vivace e ben calibrata, ci offre, quindi uno sguardo sul passato, attraverso la semplicità di un decennio in cui i video game riuscivano a ricreare un mood straordinario, proprio come l'opera di Andrea Canobbio e Pierdomenico Baccalario, qui affiancati dalle tavole di Susanna Marini, brava a coinvolgerci con le sue linee arrotondate e accoglienti di un tempo ormai lontano

Loris Gualdi



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