Scosse-Leggere senza stereotipi. Percorsi educativi 0-6 anni per figurarsi un futuro

Un saggio pronto a discostarsi dalla convenzionalità, vestendo il proprio intento con un approccio formativo.

Recensione

“Se non diventi rosa non sarai mai bella e nessuno ti vorrà sposare”.

“Scosse-Leggere senza stereotipi. Percorsi educativi 0-6 anni per figurarsi un futuro”, nelle sue 160 pagine, definisce un itinerario (ragionato) tra libri, parole, figure e storia. Un accorto sentiero in grado di raccontarci la diversità, intesa come forza vitale di crescita e non certo come sintomo banalizzato della ricerca socioculturale di un egualitarismo perduto e ormai inservibile.

Il libro, scritto a più mani, sembra volersi discostare dalla convenzionalità, vestendo il proprio intento con un approccio formativo, che mira ad educare alle differenze attraverso attente analisi semantiche di albi illustrati, considerabili essenziali nella loro ricerca concettuale. Indagini specifiche basate su di un inusuale incrocio espressivo, che tenta di avvicinare i vertici di un magico triangolo costruito attorno a illustrazione, stereotipo e narrazione.

Così, tra colori genderizzati e una visione dicotomica maschio-femmina, l'opera edita da Settenove pone il proprio sguardo sia sulle tradizioni sia sulle (ancora) inevitabili pressione culturali. Da qui si parte per un viaggio privo di frontiere, che toccherà l'illustrazione d'oltralpe, realmente vicina e pronta ad argomentazione di genere, fino a lambire le coste di una Svezia in cui sperimentazioni e coraggio fungono da impronta concettuale, concretamente svincolata da condizionamenti.

Tra i passaggi più interessanti del volume ricordiamo l’intervento di Giulia Franchi, in cui si analizza l’albo illustrato come strumento formativo per gli adulti, e il capitolo curato da Sara Marini sulle fiabe e sulla loro rappresentazione simbolica, già messa in atto da editori come EDT Giralangolo(con la collana “Sottosopra”).

Un libro, dunque, in grado di dare i giusti riflessi su di un mondo ancora troppo poco vissuto e visto con sospetto.