Il mondo perduto

Un romanzo d'avventura senza tempo

Recensione

Quando si parla di Sir Arthur Conan Doyle, inevitabilmente, il primo pensiero è quello che porta al 221b di Baker Street, ma spesso ci si dimentica di come l'autore scozzese sia stato autore impeccabile del genere storico-avventuroso e pseudoscientifico, giungendo (con maestria) a narrare di pirati, fantasmi, sotterranei e dinosauri.

Proprio questi ultimi rappresentano l'incipit e del cosiddetto ciclo del professor Challenger, protagonista irascibile e riconosciuto zoologo de “Il mondo perduto”, riportato la ribalta dal opera filmica di Spielberg.

La storia narra, tra avventura e fantascienza, di una spedizione verso un nascosto altopiano venezuelano posto poco lontano dal Rio delle Amazzoni dove sembrano sopravvivere antiche specie di dinosauri.

La straordinaria avventura, narrata in prima persona da Igor Malone, giornalista del Daily Gazzetta, racconta gli ostacoli, i pericoli e gli inattesi incontri, durante i quali lo scrittore assieme a Malone Challenger e il suo principale detrattore Same Lily, scopriranno una stupefacente realtà, ritenuta sino a quel momento una folle fantasia da chi non aveva creduto le testimonianze del famoso zoologo.

Pubblicato nella sua versione integrale da Rusconi Libri, il romanzo, similmente alle indimenticabili opere di Jules Verne, ancora sorprende e appassiona, riuscendo a isolarci dalla quotidianità per trainarci tra le rive del Rio delle Amazzoni e delle sue inquiete e misteriose foreste equatoriali.