Borders

Una fuga difficile, un viaggio impossibile, una scoperta straordinaria.

Recensione

Dopo un lungo processo di criticità ambientale, la Terra si è ammalata, e con lei i suoi frutti, che ormai si sono infettati in maniera irreversibile. A resistere in un mondo cupo e distopico è la sola Magnolia, una megalopoli tecnologicamente avanzata. Una città inattaccabile, attorno alla quale esiste solo uno sconfinato deserto di cemento.

La metropoli, suddivisa in maniera rigida e settaria, è una città senza libri, in cui fuggire dai propri ruoli appare improbabile e pericoloso. Le regole, imposte dall’alto, vietano la coltivazione, oltreché molte forme di libertà ormai perduta. Ma dove le restrizioni eccedono appare inevitabile e naturale ritrovare un istinto rivoluzionario, pronto a sognare e immaginare nuove idee e speranze. Proprio tra le vie della città vecchia queste illusioni vivono in Olmo, madre adottiva di Lindgren, Dickens, Verne e Alcott, quattro ragazzi a cui vorrebbe regalare un futuro migliore. Un orizzonte difficile e lontano che potrà nascere solo dal coraggio di una fuga impossibile, che porterà i quattro protagonisti verso la scoperta sorprendente dell’inatteso.

Dopo la pubblicazione de La figlia dell’assassina e Ladra di jeans, Giuliana Facchini torna sotto l’egida di Sinnos Edizioni con un romanzo avvincente, in grado di restituire un trait d’union che, partendo da reminiscenze bradburiane, giunge a sviluppare trama ed ambientazioni che non paiono troppo lontane né dal mondo creato da James Dashner, né da quello pensato da Kass Morgan.

Partendo da una tematica di stampo ecologista, l’autrice capitolina sviluppa un romanzo più che interessante, in cui la rapidità narrativa e i brevi capitoli paiono ideali per un target che dal +11 arriva ai bordi del mondo young adult. A dare aiuto alla leggibilità, come da tradizione, Sinnos propone carta opaca, allineamento a sinistra e l’utilizzo del font Leggimi, perfetto per l’alta leggibilità.

Insomma… un libro che probabilmente sarebbe piaciuto a Fritz Lang e che di certo piacerà ad un target piuttosto esteso.

Loris Gualdi


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