Io sono zero

Semplicemente... un magnifico romanzo.

Recensione

Zero sta per compiere quattordici anni; da sempre vive nel “Mondo”, un ambiente sintetico, fittizio e protetto dalla vera realtà di cui lui nulla sa. Il ragazzo, educato e addestrato per combattere attraverso l’uso di tecnologia avanzata, vive come in una sorta di videogame a livelli, isolato da tutto, inconsapevolmente costretto a trascorrere la propria esistenza in un ambiente programmato e artificiale, in cui comunica solamente con il proprio ego e con Madar, una voce femminile che gli indica come scandire la propria giornata. Un’esistenza privativa ma al contempo inconsapevolmente naturale quanto quella vissuta dai prigionieri della caverna nel mito di Platone.

La quotidianità distopica viene deformata nel momento in cui un blackout destabilizza la rigidità di una vita sempre uguale a se stessa lasciando aperta una porta sul mondo reale. Zero si ritroverà improvvisamente perso in una destabilizzante dimensione che inizierà a scoprire come un novello Truman Burbank, durante una straordinaria fuga ricca di emozioni.

Raccontato con piacevole stile narrativo, il romanzo, pubblicato nel 2012 da Il Castoro, possiede sin dalle prime pagine una forza centripeta in grado di calamitare il lettore, riuscendo a trascinarlo in una realtà raccapricciante, marchiata a fuoco da crudeltà, follia e disumanità. Luigi Ballerini, infatti, rifacendosi alle inquietudini di Bradbury, Orwell e Dashner riesce a costruire (nonostante le sole 185) la psiche dei personaggi portanti attraverso una graduale conoscenza di fatti, dinamiche ed ambienti.

Un libro, pertanto, ideale per un target young adults, pronto a cavalcare le stesse onde di “Maze Runner”, “Under” e in modo particolare l’aurea claustrofobia e (sur) reale di Kevin Brooks.