Ma dai!

Un instant cult da tenere sullo scaffale.

Recensione

Una volta, alle elementari, la maestra Anna ebbe un lapsus ed invece di dire: “Prendete il quaderno a quadretti” disse: “Prendete il quadretto a quaderni”. Quel piccolo errore mi spalancò un mondo tutto fatto al contrario, pieno di paradossi e giochi di parole. Per giorni io ed il mio amico Luigi inventammo situazioni ed immagini assurde.

Salto temporale.

È un pomeriggio piovoso di febbraio e stiamo passeggiando con Linda, 3 anni e mezzo, mia figlia. Entriamo in una libreria, subito si va nella sezione per bambini e ragazzi. Spulciamo mille libri, ma Linda non è convinta, è una “lettrice” molto esigente, ma quando si innamora di un libro, quel libro diventa una sorta di coperta di Linus, da portare ovunque.

Le cade l’occhio su un piccolo libretto con una buffa copertina: il disegno di un libretto con in testa delle mutande e due uccellini buffi che lo guardano. Per un bambino o una bambina di 3 anni, il massimo. Lo spulciamo, e il libro fa ridere tantissimo.

Lo leggiamo 5 volte di seguito, ed ogni volta risate sempre più grasse. Ogni pagina è un gioco di parole in rima, con un’immagine paradossale illustrata divinamente che non può non fare ridere. Linda se ne innamora tanto da conoscerlo a memoria e a me fa tornare in mente il quadretto a quaderni della maestra Anna. Una specie di macchina del tempo alimentata a risate.

Bellissimo.

Ma Dai! Di Elisa Mazzoli e Marisa Vestita, edito da Pulce Edizioni, è una sorpresa preziosa trovata per caso in un pomeriggio freddo e piovoso. Un instant cult da tenere sullo scaffale, per sempre.

Simone Ruscino